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Preziosa alternativa medica nel sonno della Bella Addormentata

Mer 19.08.2020

In viaggio in punta di piedi

Cannabis vs Pills

 

La cannabis ancora rifiutata come rimedio efficace
in Alto Adige

 

La mancanza di conoscenze tra i medici altoatesini sui vari metodi di trattamento con la cannabis terapeutica è il motivo principale per cui l'introduzione della cannabis medica come alternativa al trattamento classico è tutt’ora un processo molto lento. Inebriante o no, THC o CBD - sono tre lettere che fanno la differenza. La cannabis come farmaco dovrebbe essere accessibile ai malati cronici, come si legge nell'appello preparato da medici ed esperti altoatesini provenienti dall'estero. Il Cannabis Social Club chiede finalmente di passare dalle parole ai fatti.

 

Un chiaro messaggio

La cannabis è una valida alternativa medica, soprattutto nella terapia del dolore, nella neurologia, nell'oncologia e di conseguenza anche nelle cure palliative. Questo è stato il risultato del convegno "Cannabis medica: più qualità di vita per i pazienti alle cure palliative" tenutosi alla fine dello scorso anno a Bolzano. In quell’occasione è stato formulato un appello all'azione per la società altoatesina, toccando diversi ambiti della politica, dell'amministrazione, fino ai vertici della professione medica. Il vantaggio della cannabis rispetto a farmaci convenzionali è la sua elevata efficienza medica e i suoi minori effetti collaterali, dato di particolare importanza in una società che sta invecchiando sempre più e in cui si può già osservare un aumento delle malattie croniche anche nei più giovani.

 

Carenza di conoscenza tra i medici

Il terapista del dolore e anestesista di Merano, il Dr. Roberto Pittini, è uno dei pochi medici che prescrive cannabis da anni. In qualità di accompagnatore e capo del comitato scientifico del Cannabis Social Club Bolzano, abbiamo chiesto a lui e ad altri due medici altoatesini cofirmatari dell'appello all'azione, rispettivamente il Dr. Massimo Bernardo, primario dell'ospizio e del reparto cure palliative dell'ospedale di Bolzano, e il Dr. Francesco Teatini, primario del reparto di neurologia dell'ospedale di Bolzano, quali passi sono stati fatti da allora fino ad oggi.

Nell'ospizio e nel reparto di cure palliative dell'ospedale di Bolzano, la cannabis viene utilizzata con successo e con piacere. Anche durante l'isolamento dovuto all'emergenza Covid19, ai vecchi pazienti che usufruivano del trattamento con farmaci a base di cannabis, se ne sono stati aggiunti di nuovi. Ciò che il Primario Dr. Bernardo critica - e non solo dopo la crisi dovuta al Coronavirus - è il fatto che molti medici semplicemente non conoscono i diversi usi della cannabis medica. A molti pazienti, i quali spesso sentono parlare degli effetti positivi che la terapia a base di cannabis ha su altri pazienti, spesso viene negata la prescrizione. Sembra che non ovunque la formazione sia buona come nel servizio di cure palliative dell'ospedale di Bolzano, dove l'uso della cannabis medica è una parte regolare del programma di formazione per il personale sanitario.

 

Passi coraggiosi anche in Alto Adige

Il terapista del dolore di Merano, il Dr. Roberto Pittini, riferisce di una casa di riposo nella sua città natale che ha incluso gli estratti di cannabis nei piani terapeutici dei residenti della casa di riposo. Il trattamento utilizza principalmente il CBD, il componente non psicoattivo della pianta di cannabis - con risultati eccellenti, sorprendenti sia per i pazienti che per i terapisti. Il Dr. Roberto Pittini sottolinea l'importanza di tali esperienze positive per la creazione di consapevolezza nella società e vede la suddetta attività di azione come un primo e fondamentale passo nella giusta direzione. È un peccato, dice il Dottor Pittini, che le buone intenzioni e gli obiettivi siano stati messi in ombra e in secondo piano a causa della situazione dovuta al Coronavirus.

"Cannabis is medicine", il motto del Cannabis Social Club Bolzano, per così dire, non è stato completamente dimenticato. Sotto la guida del presidente dell'associazione dei pazienti Peter Grünfelder, i medici dell'Alto Adige che hanno partecipato alla suddetta sessione di novembre sono stati sottoposti a controlli. Quali azioni concrete hanno seguito le parole dell'appello lanciato al convegno? Qual è la situazione per quanto riguarda la fornitura di cannabis terapeutica per i pazienti? Lo stesso Grünfelder è tornato attivo anche con il Cannabis Social Club. Durante tutti gli ultimi mesi e soprattutto durante il lockdown, il club è stato un importante punto di contatto per molte persone in cerca di aiuto, per i pazienti con e senza un piano terapeutico. Per il presidente Grünfelder questo è un segno che la sensibilizzazione e l'informazione della popolazione deve continuare.

 

Paura del contatto contrastano l'utilità medica

Oggi c'è una grande paura del contatto fisico in tutti i settori della popolazione. Questo impedisce a molti pazienti di considerare i benefici medici della cannabis. Sebbene la cannabis sia un vecchio rimedio naturale, che in passato veniva usato tutte le culture del mondo, oggi è per lo più stigmatizzata come droga. Il presidente dell'associazione dei pazienti Peter Grünfelder ripete queste frasi da anni, quasi come una preghiera. Da una parte gli esperti si rifiutano di trattare l'argomento con il giusto interesse, la politica e l'amministrazione mostrano poca volontà di rendere questa alternativa medica disponibile per i pazienti, dall’altra parte Grünfelder si affida instancabilmente all'educazione e all'informazione, al dialogo e allo scambio. E così, a settembre, sarà lanciata una serie di eventi con varie conferenze che vedranno come tema principale l’utilizzo della cannabis come terapia alternativa a diverse malattie.

 

Preziosa alternativa medica nel sonno della Bella Addormentata

Che la cannabis negli studi medici dell'Alto Adige "si muove in punta di piedi" è illustrato dalle seguenti figure, fornite dall'Assessorato alla salute della Provincia.

Prescrizione cannabis medica a Bolzano, Alto Adige

La panoramica delle prescrizioni di cannabis a spese del servizio sanitario nel 2019 rivela una situazione che non tiene assolutamente conto della dichiarazione alla base dell'appello all'azione: "La cannabis è una valida alternativa medica". Il confronto dei costi tra la terapia del dolore convenzionale e le terapie a base di cannabis rivela cifre sorprendenti.

Mentre i farmaci convenzionali come gli antinfiammatori e gli antireumatici, gli oppiacei, gli analgesici e gli antipiretici costano 3.640.000 euro, la cannabis medica nella terapia del dolore è stata spesa solo 211.270 euro, pari al 5,48 % della spesa totale.

 

 

 

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